13. Il Teatro Romano

Nell’isolato compreso fra contra’ Santi Apostoli, piazzola San Giuseppe, contra’ Porton del Luzzo e piazzola Gualdi si conservano i resti del teatro della città romana. Essi sono inglobati e quasi sempre riutilizzati nelle costruzioni attuali, il cui sviluppo ripropone il profilo curvilineo della cavea e suggerisce l’andamento della scena.
Il teatro venne costruito attorno alla fine del I sec. a.C. nella zona meridionale della città (detta in seguito “di Berga”).
La cavea orientata a nord, con il diametro di circa 80 m, era sorretta da ventiquattro muri radiali coperti da volte a botte, connessi verso l’interno con una fondazione piena, che sosteneva i primi sette gradoni (ima cavea). Una galleria semicircolare correva lungo il perimetro esterno, scandita da arcate sul prospetto. Dalla galleria era possibile accedere ai vari settori della cavea grazie a un complesso sistema di scale interne ai vani radiali e anche attraverso due passaggi (aditus maximi) che, coperti a volta, collegavano la cavea all’edificio scenico.
Quest’ultimo presentava un fondale articolato in tre profonde nicchie curvilinee, in cui si aprivano le tradizionali porte di accesso per gli attori, ed era dotato di una ricca decorazione architettonica e statuaria, oggi esposta nel museo naturalistico archeologico (contra’ Santa Corona).
La parte retrostante (postscaenium) era caratterizzata da due nicchioni semicircolari, contrapposti nell’andamento a quelli del fondale, ed era completata da uno spazio porticato (porticus post scaenam), accertato finora per un’estensione di oltre 70 m verso il centro della città.

Ingresso del vano delle scale che portavano ai piani superiori dell’edificio scenico (Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto)

Ingresso del vano delle scale che portavano ai piani superiori dell’edificio scenico (Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto)

Planimetria ricostruttiva (Disegno di David Hosking, Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto)

Planimetria ricostruttiva (Disegno di David Hosking, Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto)